Presentazione

Il Taekwondo è lo sport di combattimento più diffuso al mondo: con 204 nazioni affiliate, la World Taekwondo Federation (WTF) è al 6° posto tra le federazioni olimpiche estive per numero di paesi membri. La stima sui praticanti parla di circa 70 milioni di persone, presenti in tutti i 5 continenti.

Il Taekwondo è diventato sport olimpico ufficiale a partire dai Giochi di Sydney 2000 ed è stato confermato nei 25 ‘core sport’ per Rio 2016 e Tokyo 2020.

Il Taekwondo è tra gli sport che con più successo ha introdotto la tecnologia nella sua organizzazione agonistica: le protezioni elettroniche registrano istantaneamente ed in maniera oggettiva la tecnica giunta sul bersaglio, le telecamere garantiscono la correzione in caso di reclamo accolto, i grandi schermi pubblicano in tempo reale il punteggio, permettendo a spettatori e mezzi di informazione di seguire in maniera agevole e consapevole l’andamento della gara. I Campionati Mondiali ed Europei (senior e junior) si svolgono ogni 2 anni in maniera alternata.

La partecipazione alle Olimpiade si conquista attraverso gare di Qualificazioni e alla fine solo 64 Atleti e 64 Atlete potranno fregiarsi della partecipazione Olimpica.

Alle Olimpiadi sono attualmente presenti 4 categorie di peso femminili e 4 maschili, ai Giochi Olimpici Giovanili 5 femminili e 5 maschili.

Ai Giochi di Pechino 2008 l’Italia ha conquistato la sua prima medaglia olimpica nel Taekwondo con l’atleta Mauro Sarmiento, argento nella –80 kg. Il successo più grande arriva con le Olimpiadi di Londra 2012, dove Carlo Molfetta porta l’Italia sul tetto del mondo conquistando la storica medaglia d’oro, diventando peraltro il primo Atleta Occidentale a Vincere la categoria dei pesi Massimi da sempre la categoria più ambita negli sport da combattimento.
Nella stessa edizione arriva la seconda medaglia di Sarmiento, questa volta di bronzo. Con questi risultati l’Italia si piazza al 2° posto nel medagliere olimpico del Taekwondo, e contemporaneamente fa fare uno scatto in avanti all’Italia ai Giochi di Londra posizionando il Nostro paese al 10 posto della classifica generale.

IL TAEKWONDO stile WTF

Taekwondo (pron.: Tecondò) – dal coreano Tae “colpire col piede, kwon “pugno” e do “arte”. Metodo di combattimento di antica origine coreana.
Praticato sin dal 1° sec. a.C. come arte marziale, il Taekwondo si è affermato come disciplina sportiva di combattimento nella seconda metò del sec. XX, distinguendosi dagli altri sport marziali per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

Diffuso in tutti i continenti (188 le nazioni affiliate alla World T. Federation, 48 in Europa, 50 milioni i praticanti), il Taekwondo è stato ammesso inizialmente come sport dimostrativo ai Giochi Olimpici di Seoul ’88 e Barcellona ’92, per poi essere inserito come sport olimpico ufficiale dalle Olimpiadi di Sidney 2000.

Gli atleti, divisi per sesso, età e categorie di peso (otto), indossano la tradizionale divisa bianca (dobok) con cintura, sono muniti di protezioni (casco e corpetto) e si affrontano su un quadrato di 8m x 8m.
I colpi validi per il punteggio possono essere diretti solo sul tronco o al volto dell’avversario usando il piede; usando il pugno il solo bersaglio valido è il tronco.

Il combattimento, della durata di tre riprese di due minuti ciascuna con 60″ di intervallo, è diretto da un arbitro centrale coadiuvato da tre giudici d’angolo.
Dai punti validi si sottraggono le eventuali penalizzazioni per tecniche proibite (spingere, colpire il viso col pugno, colpire col ginocchio, atterrare l’avversario ecc.). L’incontro di Taekwondo, oltre che con la vittoria ai punti, può concludersi per abbandono, squalifica, K.O., intervento arbitrale.

LE ORIGINI DEL TAEKWONDO

Le origini del Taekwondo si fanno risalire a circa 2000 anni fa, quando l’attuale Corea era divisa in tre regni.
Il più piccolo di essi, Silla, sviluppò e perfezionò un sistema di difesa e attacco che contribuì molto alle vicende storico militari del regno. Anche negli altri regni si diffusero man mano diversi sistemi di combattimento di cui restano ampie tracce in affreschi e pitture murali rinvenute nelle tombe risalenti ai primi secoli dopo Cristo.
Dopo l’unificazione in un solo regno, l’arte del combattimento, che nelle diverse epoche assunse diversi nomi (SUBAK, TAEKKYON, HWARANGDO ecc.), si evolse e diffuse tra la popolazione, diventando molto popolare tra gli usi e costumi locali e nell’addestramento militare.
Sotto l’occupazione giapponese questa arte subì un momentaneo appannamento per il predominio e l’imposizione della cultura del Giappone, ma dopo la liberazione le diverse scuole di combattimento ripresero vigore e negli anni cinquanta si unificarono prendendo il nome definitivo di Taekwondo.
Il taekwondo divenne Sport Nazionale (fu inserito nei Giochi Nazionali Coreani fin dall’inizio dei ’60) e contemporaneamente iniziò a diffondersi nel mondo, distinguendosi dalle altre discipline per la particolare efficacia, dinamismo e spettacolarità delle sue tecniche di gamba (calci circolari ed in volo, calci multipli).

LE CINTURE DEL TAEKWONDO

Il colore delle cinture é associato a vari significati legati alla crescita del Taekwon-Do nell’allievo. Dalla purezza dell’ingenuità alla cosciente impenetrabilità alla paura. Bianca (X KUP): non propriamente considerata come grado,in quanto tutti coloro che iniziano a praticare il taekwon-do sono cinture bianche. Rappresenta la base dalla quale partire e la volontà di apprendere.
Bianca superiore (IX KUP): rappresenta l’ingenuità dell’allievo verso quest’arte.
Gialla (VIII KUP): Rappresenta la terra, dove la pianta (l’allievo) mette le sue radici.
Gialla superiore(VII KUP)
Verde (VI KUP): la pianta inizia a germogliare. L’arte comincia a svilupparsi nell’allievo, che ha imparato alcune tecniche.
Verde superiore (V KUP).
Blu (IV KUP): la pianta ormai è cresciuta ed è rivolta verso il cielo, simbolo della cintura. Il taekwondo, per l’allievo, diventa qualcosa di importante ed egli vi progredisce.
Blu superiore (III KUP).
Rossa (II KUP): rappresenta il tramonto di una giornata, per l’allievo la fine di un tipo di allenamento. La cintura rossa è anche un segnale di pericolo: le tecniche possono diventare pericolose, è indispensabile l’autocontrollo.
Rossa superiore (I KUP). Pum: è un grado che si riceve con un esame se si ha meno di 16 anni.i colori di questa cintura sono gli stessi di quella precedente.
Nera (I DAN e successivi): rappresenta la notte. Per l’allievo inizia un nuovo metodo di allenamento sia fisico che mentale. Questo grado rappresenta anche l’impenetrabilità alla paura, alle tentazioni e al male. Il colore nero racchiude tutti i colori delle cinture precedenti. Un nuovo punto di inizio.

LE FORME DEL TAEKWONDO

Agli inizi degli anni ’70 l’Associazione Coreana di Taekwondo (KTA) unifica le forme del Taekwondo in 17 Poomse, che vengono ulteriormente riconosciuti dalla Federazione Mondiale di Taekwondo (WTF).

1. Il-Jang = Cielo
2. Ie-Jang = Lago
3. Sam-Jang = Fuoco
4. Sa-Jang = Tuono
5. Oh-Jang = Vento
6. Yuk-Jang = Acqua
7. Chil-Jang = Montagna
8. Pal-Jang = Terra
9. Koryo – Corea :
(Passaggio da 1º DAN a 2º DAN)): È costituito da 30 sequenze e 45 movimenti Koryo (Corea) è il nome di una vecchia dinastia coreana. Il popolo del periodo Koryo sconfisse gli aggressori mongoli. Il loro spirito si riflette nei movimenti della poomse Koryo. Ogni movimento di questa forma rappresenta la forza e l’energia spesi per controllare i mongoli.
10. Kumgang – Diamante – (Passaggio da 2º DAN a 3º DAN)
11. Taebek – Luce – (Passaggio da 3º DAN a 4º DAN)
12. Pyongwon – Pianura – (Passaggio da 4º DAN a 5º DAN)
13. Sipjin – Dieci – (Passaggio da 5º DAN a 6º DAN)
14. Jitae – Terra – (Passaggio da 6º DAN a 7º DAN)
15. Chonkwon – Cielo – (Passaggio da 7º DAN a 8º DAN)
16. Hansu – Acqua – ( Passaggio da 8º a 9º DAN )
17. Ilyeo – Identità – ( Passaggio da 9º a 10º DAN )

REGOLAMENTO DEL TAEKWONDO OLIMPICO

Il combattimento del taekwondo sportivo si basa sul regolamento emanato dalla World Taekwondo Federation[1], applicato ad ogni livello di competizione, dai tornei locali fino alle Olimpiadi. I combattimenti si svolgono su un campo ottagonale largo 8 × 8 m, tra due atleti muniti di protezioni. Il combattimento è basato sull’assegnazione di punti ed è articolato in tre riprese (o round) da due minuti ciascuno, con una pausa di un minuto tra i round.

Le protezioni obbligatorie sono:

  • corazza (con sensori)
  • caschetto (con sensori)
  • conchiglia
  • paradenti
  • guantini
  • parabraccia
  • paratibia
  • parapiedi (con magneti)

L’atleta per fare punti deve colpire l’avversario sulla corazza con tecniche di calcio (2 punti, 4 se in rotazione) o di pugno (1 punto) oppure in testa con sole tecniche di calcio (3 punti o 5 se in rotazione). Il contatto è pieno e il KO è valido. Non esiste limite ai colpi a meno che non si proceda ad un attacco falloso o una qualsiasi altra azione che richieda l’intervento dell’arbitro.

Affinché un punto sia valido deve soddisfare alcuni requisiti di potenza e precisione.

Al termine dei tre round l’atleta con il maggior numero di punti vince l’incontro. È possibile anche la vittoria per una differenza di punti pari a 20, tuttavia deve in ogni caso essersi concluso almeno il secondo round. In caso di parità si disputa un quarto round della durata di 1 minuto in cui vale la regola del Golden Point, cioè vince l’atleta che riesce a segnare per primo un punto (o se all’avversario vengono assegnate due penalità). Se il quarto round finisce senza che nessun atleta sia riuscito a segnare un punto, la vittoria viene assegnata secondo il numero di colpi registrati dal sistema elettronico, al numero di round vinti, al numero di penalità accumulate nel match e in un’ultima istanza, se perdurasse una situazione di parità, la vittoria è determinata a maggioranza dalla squadra arbitrale. Questa è composta generalmente da 2 giudici d’angolo, posti ai margini del quadrato di gara e un arbitro centrale.

L’assegnazione dei punti è ormai elettronica, grazie a protezioni (corazza e caschetto) dotate di sensori e collegati con tecnologia bluetooth ad un computer.

I punti aggiuntivi generati da un calcio in rotazione che sia effettivamente andato a segno (cosa stabilita dai sensori elettronici), vengono assegnati invece dai giudici d’angolo con pulsantiere elettroniche collegate al medesimo computer. I punti vengono dunque visualizzati sempre in tempo reale su uno schermo.

La Storia del Taekwondo Italiano.

di Sun Jae Park, Presidente Federazione Italiana Taekwondo

Gli studiosi ci hanno insegnato che la “Storia” non procede linearmente ma piuttosto per brusche accelerazioni, strappi, momenti di stasi. Insomma non è una “passeggiata”. Anche il Taekwondo non si sottrae a questa norma e sebbene la sua storia in Italia abbia inizio poco più di 45 anni fa, possiamo già distinguere alcune pietre miliari, alcune svolte che ne hanno segnato anche in modo brusco il cammino.

*Io ho iniziato a diffondere il Taekwondo nel 1966, quando si formano i primi nuclei di praticanti. Il TKD si espande lentamente ma costantemente, specialmente nell’Italia centro-meridionale, e l’interesse che si crea intorno a questa nuova disciplina suggerisce la creazione della FITKD, Federazione Italiana Taekwondo. La FITKD nasce come affiliata alla I.T.F., un’associazione internazionale di Maestri che aveva iniziato la diffusione del TKD in Europa e negli USA. Pur tra mille difficoltà si va avanti, il TKD comincia a farsi conoscere in Italia e l’Italia, a sua volta, si fa conoscere in campo internazionale. Addirittura sorprendente può essere considerato il risultato ottenuto ai mondiali I.T.F. a Montreal, Canada, nel 1974: gli azzurri dopo le tre prove di forma, combattimento e rotture conquistano un prestigioso 1° posto!

*Dopo circa dieci anni ecco il primo strappo di cui parlavo all’inizio, la prima seria svolta. Nel panorama internazionale accanto alla I.T.F. lavora un’altra federazione, la W.T.F., che sembra rappresentare nel modo migliore, sia sul piano dei regolamenti che su quello strutturale, il mondo del Taekwondo. La decisione è sofferta, coraggiosa ma al tempo stesso inevitabile. Quindi, nonostante i legami di amicizia e la buona posizione dell’Italia nella nicchia dell’I.T.F., ho deciso di far entrare la FITKD nella W.T.F., un’organizzazione sostenuta tra l’altro dal governo coreano e che in poco tempo riesce a farsi valere nell’ambito sportivo mondiale ufficiale. E’ il 1975, si va in Corea, al 2° Campionato Mondiale WTF, lasciando per sempre molti regolamenti rassicuranti ma ormai obsoleti e inadatti allo sport. L’uso della corazza, tanto per fare un esempio, sgombra il campo da vecchie e nuove ipocrisie e la trasformazione e il passaggio alla W.T.F. si rivela per tutti noi una salutare doccia fredda. Qualcuno non condivide e preferisce scendere dal carro, ma la FITKD va avanti e i risultati sportivi seguono. Al 2° Campionato Europeo nel 1978 a Monaco gli azzurri salgono per due volte sul podio, conquistando una medaglia d’oro e una d’argento.

*Ed eccoci al secondo scossone della nostra adolescenza sportiva: molte cose stanno nuovamente cambiando a livello internazionale, l’importanza che il TKD sta assumendo a livello mondiale fa sì che anche il movimento olimpico si interessi da vicino al nostro sport. Così la WTF, ufficialmente affiliata al GAISF (General Association of International Sport Federations), si appresta ad essere riconosciuta dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale). In questo modo potrà negli anni seguenti avere accesso al prestigioso palcoscenico delle Olimpiadi e, proprio per questo motivo, le singole Federazioni devono trovare un ambito ufficiale nei rispettivi paesi. Anche l’Italia deve sottostare a questa regola e così la FITKD si vede costretta nel 1980 a sciogliere la sua solida ma piccola e privata organizzazione ed entra nella FIKDA che, tramite la Federazione del Judo, risulta essere in quel particolare momento l’unica struttura per le discipline di combattimento ad avere un qualche riconoscimento ufficiale in Italia. Per tutti i praticanti è un momento molto delicato. La sensazione che tutti hanno è quella di passare da una “famiglia” ad una organizzazione certamente più importante e organizzata ma, al tempo stesso, più fredda e informale, però la nave va nella direzione giusta.

*Nel 1982 la FIKDA si trasforma nella FIKTEDA (Federazione Karate Taekwondo e discipline associate) ed è associata alla FILPJ. Al Congresso di Berlino del 1985 il CIO vota a favore dell’introduzione del Taekwondo tra le discipline a carattere dimostrativo e fissa il debutto proprio in Corea, dove nel 1988 sono in programma i Giochi di Seoul. E’ un colpo grosso, una promozione importantissima sebbene ancora si parli di sport dimostrativo e non ufficiale. Una promozione su cui molti non avrebbero scommesso, soprattutto tra gli addetti ai lavori di alcune discipline “concorrenti”. Il Presidente della FILPJ decide di dare un “segnale” ed appoggia la mia candidatura a Presidente della FIKTEDA. E’ il momento in cui il settore Karate si spacca in due: da una parte molti appoggiavano la decisione della FILPJ, dall’altra c’era però chi preferiva un personaggio del mondo del Karate. Dopo un breve periodo di contrasti ed alterne vicende, risulta indispensabile la creazione della Federazione Italiana Taekwondo (FITA) a cui, dopo poco tempo, decide di aderire persino una corrente modernista del Karate. Dalla nuova unione nasce la FITAK, di cui io rimango Presidente.

I due settori nel corso degli anni crescono notevolmente, sia sul piano della qualità che sul quello della quantità. Si arriva così agli sviluppi più recenti.

*Ed eccoci alla storia contemporanea. In campo internazionale il Taekwondo viene considerato l’astro nascente degli sport moderni e in pochi anni conquista una posizione non più marginale. Il Taekwondo partecipa anche alle XXV Olimpiadi di Barcellona ’92 ancora nel programma dimostrativo. Ma la crescita a livello internazionale si fa sempre più rapida e importante tanto da arrivare alla definitiva promozione del 1994: al Congresso di Parigi il CIO vota il Taekwondo come sport ufficiale, con il debutto annunciato per le Olimpiadi di Sydney 2000. E’ un premio che arriva dopo tanti anni fatti di piccoli passi e grandi sacrifici, è la realizzazione del sogno di milioni di praticanti e dirigenti, è la speranza per tanti atleti che potranno dire “ Io c’ero ! ”. Per l’Italia, così come per altre nazioni, è una grossa occasione, sia sul piano sportivo che su quello strutturale. E’ evidente a questo punto la necessità di creare una struttura organizzativa più snella e indipendente, una Federazione solo per il Taekwondo. D’altra parte in tutti i paesi del mondo i Comitati Olimpici Nazionali hanno formato delle Federazioni indipendenti di Taekwondo. Quando il settore Karate decide di entrare nella FILPJ e di formare un quarto settore al suo interno, il Taekwondo chiede ed ottiene dal CONI di rimanere da solo e di formare una Federazione Associata direttamente al Comitato Olimpico Nazionale. Nasce la FITA.

*Gli ultimi avvenimenti sono recenti. A dicembre 2000 il CIO conferma il Taekwondo nei Giochi Olimpici di Atene e sempre a dicembre 2000 il CONI riconosce la FITA ai fini sportivi come Federazione Sportiva Nazionale. Nel mese di luglio 2001 arriva l’inserimento della FITA nel registro delle persone giuridiche e ad agosto 2001 partecipo per la prima volta con diritto di voto al Consiglio Nazionale del CONI.

Oggi il Taekwondo è in grande crescita organizzativa e numerica. In pochi anni il numero dei tesserati è raddoppiato superando il traguardo dei 23.000, con più di 500 tra Società Affiliate e Distacchi, attualmente il presidente della FITA è Angelo Cito, eletto nel 2016 a seguito della morte di Sun Jae Park.

Nel 1973 fu fondata la World Taekwondo Federation (WTF) che nel 1974 ottenne il riconoscimento del GAISF, nel 1976 del CISM, nel 1980 quello del CIO e ultimamente dalla FISU.

Il taekwondo attualmente è inserito come Sport Ufficiale in tutti gli eventi multisportivi ufficiali (Asian Games, Pan Am Games, African Games, CISM – Military Games, dal 2003 sarà presente alle Universiadi e così via) ed ha partecipato alle Olimpiadi di Seoul ’88 e Barcellona ’92 nel programma dimostrativo.

Nel 1994 al Congresso CIO di Parigi il Taekwondo è stato riconoscimento Sport Olimpico Ufficiale ed ha partecipato ai Giochi di Sydney 2000 riscuotendo notevoli consensi tra i dirigenti sportivi internazionali e tra il pubblico.

Attualmente il Taekwondo è praticato in tutti i continenti (188 le Nazioni, 48 in Europa) da circa 50 milioni di persone.